Making Sense. I sensi e le parole nella fruizione dell’opera d’arte

Making Sense è un laboratorio continuo.

Nasce dalle diverse esperienze maturate in anni di attività da istituzioni che si occupano di contemporaneità, comunicazione, inclusione, e da sempre ne fanno una questione di impegno insieme intellettuale e sociale.

Sono le realtà che hanno dato vita a un gruppo che si propone di arrivare alla composizione di strumenti di supporto alla fruizione dell’arte per persone con disabilità visive.
Quali sono le cose che la vista elabora e riassume immediatamente, e come si possono recuperare e trasmettere quelle informazioni a chi non può farne esperienza diretta attraverso la vista? E come ci si comporta davanti, ad esempio, all’astrazione, o a forme di rappresentazione che non hanno referenti nella realtà? Cosa è importante comunicare e come si fa a comunicarlo? Quanto è preciso lo strumento del linguaggio?
La sperimentazione lavora su un confine particolarmente interessante, che parte dalla disabilità per mettere alla prova il linguaggio e la nostra capacità di utilizzarlo, e si mette alla ricerca di linguaggi “altri”.
Le istituzioni coinvolte possono contare su un gruppo stabile di volontari vedenti e non vedenti, esperti di vari settori o semplici fruitori dell’arte contemporanea, per sperimentare metodologie tradizionali, sperimentali o del tutto nuove di comunicazione del patrimonio culturale, alla ricerca di strumenti agili ma precisi di trasmissione del messaggio dell’arte.